debilitati che non sono piu’ in grado di tenersi in piedi e vengono trascinati e caricati a forza nei camion verso il macello.
Ma quel che non e’ stato detto, mai, in questi servizi, ne’ nelle dichiarazioni di chi ha denunciato l’orribile situazione, e’ di chi e’
la colpa e che cosa puo’ fare ciascuno di noi per evitarlo. Forse perche’ e’ troppo "scomodo" dirlo ed e’ piu’ semplice dare la colpa agli "allevatori cattivi", nella speranza che vengano controllati e puniti, e tutti possiamo continuare la vita di prima con la coscienza a posto?
Peccato, non e’ cosi’ semplice! E se stringe il cuore vedere quelle povere mucche stremate da anni di sfruttamento per la produzione di latte, col cuore spezzato, di anno in anno, per il vitellino che viene loro strappato a pochi giorni dalla nascita (uno ogni anno, appunto), vederle cercare di camminare, non farcela, cadere, venir trascinate malamente nei camion, giacere in mezzo al fango incapaci di alzarsi…
se stringe il cuore, vedere tutto questo, e’ bene sapere che la soluzione NON e’ quella di ammazzare le mucche sul posto, anziche’
trasportarle, cosi’ come richiederebbe la legge!
Ammazzare le mucche sul posto non cambia di una virgola la loro vita precedente, piena di sofferenza e sfruttamento, non cambia il fatto che dopo 6-7 anni di vita vengono ammazzate per farne hamburger (in natura vivrebbero da 20 a 40 anni), non rende giusto quel che viene fatto loro, non restituisce loro i figli che sono state costrette a partorire e che sono stati portati via a pochi giorni di vita per finire imprigionati in un allevamento intensivo e macellati a 6 mesi per diventare "carne bianca".
E quindi, non sono colpevoli solo gli allevatori, che sono esecutori e basta, ma sono piu’ colpevoli i mandanti, cioe’ chi, comprando i prodotti di questo sfruttamento e questa morte, implicitamente da’ l’assenso a questo comportamento. O credete che sia possibile continuare a consumare carne, latte, formaggio ai livelli attuali, e a basso costo, senza che questo genere di allevamento diventi obbligatorio (sia per le quantita’ prodotte che per il basso prezzo di vendita)? Se lo credete:
sveglia, siamo nel mondo reale! Nel mondo reale questo e’ possibile facendo fare alle mucche questa "vita":
Filmato sul sito del Corriere della Sera http://www.tgcom.mediaset.it/video/popup/videopopup23967.shtml?init=true&mode=adsl&id=23967#
Filmato sul sito del TGCom
(se il vostro programma spezza su piu’ righe le linee lunghe, vedrete i link qui sopra spezzati, ma basta che togliate l’a capo per avere il link giusto)
E allora, se, nel mondo reale, volete, anziche’ contribuire a questo massacro e dar soldi a chi lo compie, cercare di diminuirne la portata, c’e’ una cosa, una cosa sola da fare. Non controlli della polizia, non leggi dello Stato, che non cambiano nulla, perche’ tutto continuera’ come ora finche’ i livelli di consumo saranno questi. Una cosa sola, che potete fare voi, senza che nessuno debba dare il benestare dall’alto: diminuire i consumi di tutti i prodotti animali. Tutti.
Diminuire quanto? Piu’ che potete. Piu’ queste immagini vi fanno male, piu’ vi fanno crescere dentro lo sdegno per una sofferenza e una morte gratuite, non necessarie, piu’ sentite, in voi, l’empatia verso questi animali che non hanno mai fatto male a nessuno, e che sono in grado di soffrire come ciascuno di noi, come il nostro cane, come il nostro gatto…. piu’ sentite questo, piu’ facile vi sara’ evitare di comprare e consumare prodotti che hanno causato la loro sofferenza e la loro morte. Quando avrete diminuito questo consumo del 100% sarete vegan. Ma anche prima, prima di arrivare al 100%, avrete fatto qualcosa per questi
animali, ne avrete salvati, diminuendo i consumi.
Consigli pratici per iniziare a fare questa scelta:
un’occasione sprecata! Fatevi sentire, per favore, e’ importante!
Potete scrivere a:
lettere@corriere.it, redazione@tgcom.it, direttoretg2@gmail.com,
direttoretg3@rai.it
oppure, col ";" come separatore:
lettere@corriere.it; redazione@tgcom.it; direttoretg2@gmail.com;
direttoretg3@rai.it
Grazie!
Questo destino non capita solo alle mucche, ma a tutti gli animali, specie i bovini, che essendo piu’ grossi e pesanti risentono di piu’, al momento del trasporto, dell’incapacita’ di muoversi. Esiste un nome, per tutti questi animali, si chiamano "downers" (in italiano si traduce con "a terra"), e il loro destino e’ uguale in tutto il mondo.
Sul sito AgireOra abbiamo riportato anche un racconto, che abbiamo tradotto diversi giorni fa da un sito americano, e oggi e’ il momento giusto per pubblicarlo, dato l’argomento. La vicenda si svolge negli USA, ma potrebbe benissimo svolgersi qui, come avete visto dai filmati: ogni posto del mondo e’ uguale, per gli animali allevati per essere uccisi.
Il racconto e’:
Una mucca "a terra": questa storia vi cambierà la vita e si trova qui:
http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=131